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Story Time: la voce delle eccellenze italiane

C’è chi confida i propri sogni nel cassetto, chi i sacrifici fatti per raggiungere obiettivi che sembravano irrealizzabili, chi semplicemente fa conoscere il suo lavoro e le sue capacità. Liberi professionisti, artigiani, artisti o atleti: il denominatore comune è la voglia di raccontare e raccontarsi. Il mezzo a disposizione è Story Time, il format creato a settembre del 2021 dai romani Matteo Botti e Massimiliano Patassini, colleghi per alcuni anni in una società di marketing della Capitale, che hanno poi deciso di “mettersi in proprio” e diventare imprenditori. Ci siamo fatti raccontare da Matteo Botti, il dietro le quinte di Story Time, web radio e programma televisivo di successo.

Matteo Botti

Un’idea vincente, vista la crescita in meno di due anni

Tutto è nato per raccogliere e raccontare storie di professionisti, unendo il fascino di un mezzo antico, come la radio, con i mezzi moderni, come i social. Così ha preso vita la collaborazione con un’emittente toscana, Radio Italia Cinque: l’inizio del percorso. Abbiamo aperto la prima sede a Firenze e devo ammettere che è stato un cammino felice. In tanti avevano voglia di farsi intervistare e raccontare la propria storia professionale, e non solo”.

Massimiliano Patassini

Dopo Firenze, è stata la volta di Milano e Padova

“Esatto, dopo un paio di mesi abbiamo aperto la sede milanese, stavolta grazie alla collaborazione con Canale Italia e vista la crescita, ci siamo spinti fino in Veneto, con gli studi di Padova, aperti alla fine del 2022”.

Dalla radio alla TV il passo è stato breve

“Con Canale Italia è nata anche una collaborazione televisiva, portando sugli schermi le interviste di Story Time che vengono proposte alla radio: un’occasione in più per gli ospiti, che oltre alla voce, hanno anche un volto”.

Una famiglia, quella di Story Time, che in pochi mesi si è decisamente allargata

“Nelle tre sedi lavorano circa 50-60 persone. Da remoto almeno altre 150. L’organizzazione è curata nei minimi dettagli: ci sono gli addetti all’accoglienza degli ospiti in studio, gli speaker e il reparto in smart working dei consulenti di redazione, che individuano e invitano i potenziali ospiti. C’è poi settore di video making, che si occupa del montaggio delle interviste. Il tutto seguito dal team dei coordinatori, a cui risponde tutto lo staff. Lavoriamo con spirito di squadra e affiatamento, in un ambiente pieno di energia e di rispetto per lo spazio di ognuno”.

L’intuizione di fondere passato e tecnologia è stata decisiva: quante storie raccontate ogni giorno?

“A Firenze ne abbiamo circa 25 quotidianamente, dal lunedì al sabato, mentre nelle sedi di Milano e Padova arriviamo a registrare fino a 40 storie”.

Chi si rivolge a Story Time per raccontare la sua storia e anche rafforzare il proprio brand?

Un po’ tutte le figure professionali: molti liberi professionisti, piccoli imprenditori, consulenti, artigiani, commercianti. Ma anche molti artisti come pittori, band musicali, sportivi. Ecco, c’è da dire che a Story Time evitiamo la politica. In generale, i nostri ospiti sono tutte persone non abituate a parlare al microfono, ma che dopo pochi minuti si rilassano e con entusiasmo si aprono e si raccontano”.

Quanto ha influito la pandemia sulle scelte redazionali?

Di sicuro ha cambiato le cose: potevamo scegliere di aprire il format agli interventi telefonici. Invece abbiamo deciso di non farlo e di far vivere agli ospiti un’esperienza dal vivo, unica ed emozionante.  Le interviste servono a farsi conoscere e a essere utilizzate sui propri canali social, ma sono anche un’occasione per fare rete, per esempio mentre si attende in salotto prima di essere intervistati e si chiacchera tra ospiti”.

Prossimo obiettivo di Story Time?

“Stiamo organizzando le sedi per renderle ancora più professionali e Firenze è il banco di prova. Devo ammettere che mi piacerebbe aprire anche la quarta sede, stavolta a Roma, ma già tre sono totalizzanti, per il momento ci diamo un po’ di tempo, anche se non lo escludo”. 

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