Questa è una storia d’amore e creatività. Una storia di passione, caparbietà, ottimismo e sacrificio. Una storia che nasce a Rimini nel 1947 con una gelateria in centro, dove Vito Zucchi, negli anni aiutato anche dai figli Ivano e Massimiliano, crea e fonde con sapienza ed entusiasmo gusti di frutta e creme, per la gioia non solo dei bambini. Oggi, a distanza di tempo e dopo tanto lavoro, fatto di alti e bassi, scivolate e risalite, “La Romana dal 1947” è un marchio noto che conta 57 negozi (40 in Italia e 17 tra Spagna, Germania, Austria, Romania, Arabia Saudita ed Emirati Arabi), arrivato a fatturare fino a 29 milioni di euro. La formula è quella del franchising, Massimiliano Zucchi però, amministratore delegato dell’azienda, non ama molto questo termine e ci tiene a precisare che non si tratta di una “catena di gelaterie”. Esiste la sede principale a Rimini con circa 25 collaboratori e poi ci sono tutti gli affiliati: imprenditori che decidono di investire nel progetto. Ogni titolare e i suoi store manager, vengono formati nell’enorme sala meeting di 600 metri quadri: “La Romana” segue passo passo l’affiliato fornendo attrezzature e materie prime di qualità. Massimiliano Zucchi ci racconta la sua azienda.

Dopo oltre 70 anni, la storia continua, anzi: si rinnova con prodotti e idee sempre diversi. Qual è la differenza con i concorrenti?
“Il nostro in effetti è un settore altamente competitivo, noi abbiamo scelto di rispettare la tradizione artigianale unendola con l’innovazione. E poi c’è la cura nella scelta delle materie prime. Abbiamo deciso di non produrre il gelato già finito, creato in un’altra sede. Forniamo invece le materie prime agli affiliati che poi aggiungono latte bio o frutta bio direttamente nel laboratorio del loro punto vendita. La ricetta della crema, per esempio, è sempre la stessa che usava mio padre: da ragazzino, ogni giorno, rompevo 200 uova per prepararla, avevo due barattoli dove gettare i gusci e separare i tuorli dagli albumi. Insomma, noi restiamo una gelateria artigianale. Oggi poi il gelato è considerato un alimento completo adatto a grandi e piccoli e si consuma tutto l’anno, non solo d’estate”.
Il rispetto dell’ambiente è uno dei vostri punti di forza: come lo avete messo in pratica?
“Amiamo valorizzare i prodotti del territorio, penso sia un concetto importante sul quale puntare, anche dal punto di vista etico: un modo per fare “meno danni” al pianeta. Quello dei Km zero è un principio di cui si parla molto e finalmente sta cominciando a fare breccia tra i clienti, che sono diventati più attenti e consapevoli”.
Vi piace considerarvi non solo un’azienda, ma una grande famiglia, anzi un “famiglione”: quanto è stato importante il lavoro di squadra in questi mesi difficili?
“Da marzo dello scorso anno abbiamo sempre cercato di sostenerci l’un l’altro: per tenere alto il morale di tutti, mi sono inventato dei video giornalieri destinati a dipendenti e affiliati. Mi sono trovato solo, in un’azienda di 5mila metri quadri. Sono stato aiutato dalle banche, per reggere all’impatto economico che è stato notevole. Adesso siamo carichi per la ripartenza, anche se i consumi non sono ancora quelli di prima. Il “famiglione” – come lo chiamo io – ha bisogno del lavoro di gruppo e in presenza. Vogliamo tornare ai numeri del periodo pre Covid – che ci ha fatto perdere almeno 8 milioni di euro di fatturato – ma ci vuole pazienza e anche tempo”.
Il vostro marchio si sta espandendo sempre più anche all’estero: in Romania sono state aperte 5 sedi in pochi mesi. Come nascono i contatti con gli investitori stranieri?
“Il primo contatto spesso nasce da una semplice ricerca in Rete, poi – e questa cosa quando la racconto fa sorridere – molti affiliati esteri, magari in vacanza in Italia, hanno notato la coda di clienti in attesa di entrare in uno dei punti vendita. Da lì, l’idea di portare l’attività nel loro Paese, con la garanzia del Made in Italy. Poi è fondamentale il passaggio in azienda per la formazione. L’anima di tutto è la nostra sede, dove nascono i progetti di ricerca e sviluppo, dove abbiamo l’area produttiva. Cerchiamo di unire tradizione e innovazione”.

L’ultimo gusto ideato?
“Caramello salato con noci pecan. Un accostamento con sapori internazionali per rinfrescare un po’ la nostra immagine, che altrimenti rischia di essere troppo legata ai sapori nostrani e può risultare datata. D’altronde ci siamo allargati producendo non solo gelati, ma anche cremolate artigianali, torte Happy Birthday, Ricette in tazza. Le idee possono nascere da un viaggio, da una ricorrenza da celebrare: come quando abbiamo creato il gusto per i 100 anni dalla nascita di Federico Fellini. Ci siamo rifatti proprio alle sue preferenze alimentari con un accurato studio, tradotto poi dai nostri due centri di Ricerca e Sviluppo”.
Il gelato racchiude un’immagine di felicità, di spensieratezza: ci rimanda a momenti di svago o di vacanza.
“Sì, il gelato è gioia, benessere alla portata di tutte le tasche. Noi ci teniamo a puntare sul rapporto con i clienti che devono vivere un’esperienza piacevole in quei minuti che trascorrono nel negozio. L’accoglienza è tutto: il “mood romagnolo”, il nostro spontaneo modo di essere sorridenti e cordiali fa davvero la differenza. Insomma, da questo punto di vista – e non solo – l’Emilia-Romagna può fare scuola”.

Progetti per il futuro?
“Entro la fine dell’anno vogliamo aprire altri 6 punti vendita tra Italia ed estero. Il momento è difficile, ci tengo a sottolinearlo: questo lavoro non è rose e fiori, abbiamo attraversato periodi duri negli anni. Ma ci siamo sempre rimboccati le maniche. Questo ci ha lasciato papà Vito: creatività e voglia di lavorare, come quando nel dopoguerra, chiudeva in cassaforte il suo libricino di ricette segrete”.