Se è vero, come recita la nota espressione, che “l’unione fa la forza”, ASSORETIPMI – Associazione Reti di Imprese PMI, (www.retipmi.it) ne è proprio l’ esempio tangibile. Oltre 35mila le imprese aggregate, presenti in tutte le Regioni e anche all’estero, nata inizialmente come gruppo LinkedIn nel 2011, dall’anno successivo si è costituita in associazione, grazie al fondatore Eugenio Ferrari, che ne è anche il presidente e a Monica Franco, sua vice. La community online supera ormai i 50mila componenti. Come ha spesso sottolineato proprio il presidente Ferrari, “fare rete è sempre di più l’unica possibile soluzione per ripartire più forti di prima”. Abbiamo chiesto a Ilaria Bartolucci, avvocato e da diversi anni Delegato Territoriale ASSORETIPMI della provincia di Padova, di raccontarci quali siano allora i vantaggi del “fare rete”.

Per cominciare, ci può spiegare che cos’è una Rete di Imprese?
“Possiamo definirla come un insieme di soggetti che si uniscono per cooperare e competere sul mercato, vincendo nel modo migliore. Diciamo che una Rete di Imprese si crea per poter accrescere individualmente e collettivamente la propria capacità innovativa e la propria competitività”.
Cosa bisogna fare per costituire una Rete di Imprese?
“É necessario per prima cosa identificare uno scopo comune. Ovvero, chiedersi: cosa voglio fare? Perché ho bisogno di costituire una Rete di Imprese? Poi serve stabilire quale tipo di Rete e trovare i partner. Inoltre, è fondamentale avere un programma che definisca i diritti e gli obblighi dei retisti, un’eventuale dotazione patrimoniale e una governance.”
Di cosa si occupano i Delegati Territoriali?
“I Delegati sono il punto di riferimento degli associati: si occupano di promuovere la cultura di Rete e assistono i soggetti che abbiano necessità di costituirne una, appoggiandosi anche agli oltre cento Delegati nazionali. Non solo: assistono le Reti di Imprese già formate, aiutano a crearne di nuove e collaborano all’attività ordinaria”.
Le aggregazioni reagiscono meglio alle crisi economiche?
“Decisamente sì. Penso, per esempio, alle PMI: per essere competitivi bisogna mettersi insieme. La difficoltà è supplire alla frammentazione produttiva: attraverso la Rete, un’impresa può mantenere la sua parte di unicità, ma nello stesso tempo usufruire del vantaggio di essere in molti. L’aggregazione porta maggiore possibilità di essere competitivi e di entrare in processi che altrimenti ti lascerebbero fuori, perché si è troppo piccoli”.
Qual è il ruolo delle Reti di Imprese nell’internazionalizzazione e nell’export?
“Andare all’estero ha le sue criticità: bisogna conoscere bene il mercato, ci possono essere problemi di costi e di adeguatezza del prodotto. Invece unendosi, più soggetti riescono a muoversi meglio. L’importante è avere accanto persone esperte che ti facciano fare i passi giusti. Molti Delegati di ASSORETIPMI sono anche Manager di Rete, professionisti qualificati e competenti che sanno come gestirla in modo specifico”.
Le Reti di Imprese possono rappresentare un modello innovativo di business per la ripartenza post Covid?
“La pandemia ci ha separato, ma forse ci ha anche fatto scoprire il valore della collaborazione. Un programma ben pensato può aiutare anche i contesti territoriali dove ci sono piccoli imprenditori. Tra gli ultimi bandi emanati dalla Regione Veneto, per esempio, vengono prese in considerazione le Reti di Imprese, aumentando la possibilità di far collaborare le donne. Il dato interessante emerso dopo la pandemia, infatti, indica che il mondo femminile è più propenso alle aggregazioni e questa è senza dubbio una logica vincente nel mondo dell’industria. Bisogna tenere presente che i risultati si ottengono con un lavoro di gruppo e non solo con la somma di diverse capacità”.